Nel borgo di Banari è possibile visitare le due chiese di San Lorenzo e San Michele, oltre all’oratorio di Santa Croce.
Partendo da sala ‘e josso, difronte a Palattu Solinas, in pieno centro storico, si trova la chiesa parrocchiale di Santu Larentu Martire col suo alto campanile in trachite rossa, uno dei tre simboli del borgo: donata nel 1113 dal Giudice di Torres ai monaci camaldolesi, era di piccole dimensioni e costruita in stile romanico. Dal XVIII secolo iniziò ad assumere l’attuale struttura in stile neo-classico: dapprima furono edificati il presbiterio e la cappella dei martiri turritani, successivamente le altre quattro cappelle, la sacrestia, la fonte battesimale e lo stesso campanile.
Verso la fine del XIX secolo, durante i lavori di restauro dell’altare maggiore, fu rinvenuto un sepolcreto con frammenti di ossa e antiche pergamene contenenti l’anno di consacrazione della chiesa.
I festeggiamenti del patrono si tengono annualmente il 9, 10 e 11 agosto; imperdibili lo spettacolo pirotecnico, sos fogos, della vigilia e la processione in costume sardo del pomeriggio seguente.
A pochi passi dalla chiesa parrocchiale, sorge l’oratorio Santa Rughe (XVI-XVII), dell’omonima Confraternita (fino ai primi anni cinquanta): d’impatto la sua facciata in trachite rossa, risalente ai primi anni del secolo scorso. Del cimitero annesso di fine XIX secolo non resta più traccia.
Sala ‘e supra è di Santu Migheli: chiesetta romanica ai piedi di Pala 'e Idda, donata nel 1113 ai camaldolesi assieme alla patronale, visse per secoli all’ombra di quest’ultima. In periodo feudale, in seguito al lento abbandono da parte della popolazione che abitava nel complesso monastico di Santa Maria di Cea, molti furono coloro che si trasferirono nell’allora Vanari, preferendo di gran lunga i terreni attorno a San Lorenzo; solo una minima parte si stabilì nei pressi di San Michele. Caratteristica la scalinata di accesso scolpita in un unico blocco di codina (tufo); la festa si celebra ogni 28 e 29 di settembre.
